Viene smaltita tutta oppure no? E quella dispersa nell’ambiente dove va a finire? Ecco qui alcune risposte Lo sappiamo già che la plastica è dannosa per l’ambiente, ma sappiamo anche che può essere riciclata e riuilizzata. Tutta la plastica può avere nuova vita? Non proprio. E allora quella che non viene riciclata dove va a finire? Vediamolo insieme. Il 60% della plastica recuperata dalla raccolta differenziata, in realtà, viene riciclata e quindi è pronta per dare vita a nuovi oggetti; il restante 40%, invece, viene destinato ai termovalorizzatori: una percentuale alta, un dato che deve far riflettere visto che bruciare materiale plastico significa anche inquinare l’aria e produrre diossina, anche se l’intenzione è quella di creare una fonte di energia rinnovabile. Bisogna poi considerare che non esiste solo un tipo di plastica: il materiale utilizzato può essere diverso per ciascun prodotto, e da questo dipende anche la possibilità di riciclo dello stesso. Se il PET, ad esempio, può essere riciclato trasformandolo in tessuto, ciò non è vero per altri tipi di materiale, che una volta utilizzati devono essere gettati via. Moltissima plastica, poi, viene dispersa nell’ambiente: conosciamo tutti la drammatica situazione degli oceani, in cui si creano, a causa delle correnti, delle vere e proprie isole formate da rifiuti. E, come se non bastasse, molti pesci uccelli marini scambiano i piccoli pezzi colorati di plastica per cibo, finendo così soffocati: il WWF francese poche settimane fa ha dato il via ad una forte campagna di sensibilizzazione a riguardo. Alcuni studiosi, poi, ritengono che alcuni tipi di plastica in acqua si scompongano molto più rapidamente rispetto al tempo che crediamo per il processo di smaltimento, e che quindi assumano delle dimensioni simili a quelle del plancton, fonte primaria di nutrimento per molte specie ittiche, che ingoiano le particelle causandone la morte. E noi come possiamo agire per far sì che venga prodotta sempre meno plastica e quindi non finisca dispersa nell’ambiente? Innanzitutto, è necessario consumarne meno: perché comprare delle confezioni quando non servono affatto, come nel caso delle bottiglie d’acqua o del detersivo? Sono infatti sempre di più i supermercati in cui è possibile acquistare beni sfusi e senza confezione. In secondo luogo, è opportuno dividere bene i nostri rifiuti: separare la plastica dalla carta e dal secco è il primo passo per dare il via ad un processo virtuoso che ci consente di riciclare sempre più materiali ed oggetti d’uso comune. Meno plastica significa un mondo più pulito e un ambiente più sano, e quindi più felice.